Wolfe Creek e Helter Skelter
Chiamatele coincidenze, ma arrivati allo svincolo per Wolfe Creek, lungo la Victoria Highway, il cielo era nero di temporale, pioveva a dirotto, e l’autoradio gracchiava le note di una Helter Skelter interpretata dai Mötley Crüe. Una visita al famoso cratere non era comunque in programma, dato che il detour avrebbe previsto più di 300 chilometri di strada sterrata. Aggiungete la pioggia, il cielo cupo e la colonna sonora à la Charles Manson…
Ma non lasciamoci condizionare dalla cultura popolare e dai luoghi comuni.
Wolfe Creek ospita uno dei più grandi e famosi crateri meteoritici del Pianeta. Ci sono almeno tre motivi per cui vale la pena visitare Wolfe Creek – peccato che noi non ci siamo riusciti.
Il luogo, però, è stato reso famoso dal film cult “Wolf Creek”. Spacciato per “storia vera”, il film segue le vicende di tre turisti inglesi e australiani che arrivano a Wolfe Creek, fanno una scampagnata di qualche ora, e una volta di ritorno (pomeriggio inoltrato, pioggia dirompente) si rendono conto che la loro sovraccarica e decrepita auto non vuole più partire. Quello che succede in seguito, lo lasciamo scoprire a voi – o almeno a chi ha il coraggio di avventurarsi in questo film.
Non che sia di consolazione, ma, in realtà, Wolf Creek non è una “storia vera”; è una sorta di libera interpretazione di due vicende distinte: i “backpacker murders” degli anni Novanta, e l’omicidio di Peter Falconio, risalente al 2001.
Falconio era uno studente inglese che, in compagnia di Joanne Lees, la sua ragazza, viaggiava per l’Australia con un campervan. Nella notte del 14 luglio 2001, la coppia stava percorrendo la (lunghissima) Stuart Highway all’altezza di Arrow Creek, tra Alice Springs e Tennant Creek, nel Northern Territory. Un fuoristrada li costringe ad accostare, un uomo uccide Falconio con un colpo di fucile e stordisce Joanna, caricandola in auto. In qualche modo lei riesce a scappare e rimane nascosta per ore nel deserto, mentre l’assassino setaccia la zona con una torcia, prima di abbandonare la scena. Del corpo di Falconio non se ne sapra piu’ niente. La Lees è ancora viva, e la sua ricostruzione della storia viene periodicamente messa in dubbio. A scontare una sentenza a vita per l’omicidio, invece, è Bradley John Murdoch, un passato di violenza, stupro, e traffico di droga nei sobborghi di Broome, e un omicidio colposo sulle spalle. La condanna è arrivata nel 2005, proprio nei mesi in cui Wolf Creek usciva nelle sale australiane. Non a caso, il Tribunale ha bannato la proiezione del film nei cinema del Territorio del Nord, per evitare che la giuria ne fosse influenzata.
I backpacker murders sono invece omicidi seriali ad opera di Ivan Milan, uno psicopatico che aggrediva giovani campeggiatori nella Belanglo State Forest (NSW) e li uccideva senza pietà. Ha tolto la vita a sette turisti (tre tedeschi, due inglesi, e due australiani di Melbourne). È stato condannato a sette ergastoli nel 1996.
Da segnalare che il pronipote di Milat, Mathew Milat, ha provato ad emulare le gesta dello zio, riuscendo ad uccidere un solo minorenne, sempre nel parco nazionale Belanglo, nel 2010; ora è in prigione anche lui. Tutto materiale per Wolf Creek 2!
Ultima nota riguardo al nome: abbiamo intenzionalmente utilizzato la dicitura “Wolfe”, anche se il titolo del film e alcune mappe stradali riportano “Wolf”. A quanto pare, entrambe le versioni del nome sono accettate. Wolf suona più cattivo, però.
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