Il Nord della Tasmania come la Brianza col mare
Per la prima volta ci siamo quasi sentiti “a casa”. Non solo: abbiamo rivissuto tempi lontani e luoghi diversi, condensati nello spazio della lunghezza di un centinaio di chilometri, percorsi con calma in un paio di giorni.
Quando si viaggia sulla Bass Highway, l’autostrada che corre lungo il Nord della Tasmania, è come se l’intera Italia settentrionale fosse imprigionato in una manciata di metri di larghezza.
La strada affonda tiepidamente nelle colline di burro coperte ora da campi di grano, ora da pascoli di mucche, ora da maestose foreste. Il Bass Strait, su un lato, compare ad intermittenza con nel suo blu scuro, quasi violaceo, a riflettere un cielo sereno per metà, e carico di pioggia dall’altra parte. Il tragitto è piacevole alla guida: la strada segue le curve delle colline, inframmezzate da piccoli laghi che che lottano per guadagnarsi un po’ di spazio.
Nel giro di poco più di 24 ore, partiti da Devonport in direzione Ovest, abbiamo toccato Burnie, Wynyard (col suo museo di vecchissime Ford), le stupende Boat Harbour Beach e Sisters Beach, Stanley e il suo Nut, fino alle foreste dell’isolato estremo Occidente, passate le quali si arriva a Marrawah e Green Points.
Ma è sembrato di prendere un treno dalla Svizzera ai Laghi, e allo stesso tempo di guidare tra i campi e tra i boschi della Brianza; e se sbirciamo fuori dal finestrino, magari il Mar Ligure appare di nuovo, con un’altra ondata di ricordi di tempi e spazi lontani, ma tutto sommato non poi così tanto.
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