Broome nella stagione delle piogge
Broome ha due stagioni tropicali: quella secca (dry season), che corrisponde all’autunno e all’inverno del Sud dell’Australia, da maggio a ottobre; e quella umida (wet season), da novembre ad aprile.
Siamo tra i pochi “stranieri” ad aver vissuto in modo stabile in Broome per tutta la durata di una stagione delle piogge. Il periodo dell’anno in cui il ritmo di vita rallenta, le attività sociali quasi si congelano, e il numero i abitanti si riduce ad un nugulo di poche migliaia di residenti locali, rintanati nelle proprie case con aria condizionata.
Quali sono dunque i tratti caratteristici di Broome nella stagione umida?
Il clima
Il nome della stagione dice già tutto, anche se, a dire il vero, ci aspettavamo molta più pioggia. In realtà, è l’umidità sempre al di sopra dell’60 per cento a farla da padrone. Bisogna costantemente bere acqua fresca per rimanere idratati. La minima attività fisica al di fuori del raggio dell’aria condizionata (raccogliere del basilico; portare a spasso un cane) lascia chiunque in un bagno di sudore. Il numero medio di docce richieste al giorno è quattro. Le temperature massime si aggirano attorno ai 40 gradi, mentre le minime (di notte) difficilmente scendono sotto i 27. I condizionatori funzionano a tutto regime nelle stanze delle abitazioni cittadini per 24 ore al giorno.
Le piogge non sono poi così frequenti. Ci sono periodi in cui c’è un mini temporale ogni pomeriggio; altri periodi di “build up” (il progressivo incremento delle condizioni che creano precipitazioni) in cui non piove per giorni, grossi agglomerati di nuvole nere si muovono come schiuma nel cielo, e, per un motivo o per l’altro, con grande delusione da parte di tutti, si dissolvono senza scaricare una goccia d’acqua. Durante i build up, l’umidità supera anche l’ottanta per cento. L’aria è così densa che sembra di respirare della muffa, e agli asmatici viene consigliato di chiudersi in casa. Poi, quando inizia a piovere, non smette per tre o quattro giorni di fila: è l’unica occasione in cui si possono aprire le finestre e godersi una relativa frescura, anche se il battere assordante delle pioggie grasse e le esplosioni dei tuoni rendono difficile la comunicazione interpersonale.
Nel corso della stagione umida, Broome è anche soggetta al passaggio di cicloni tropicali. In media, la città viene colpita direttamente da un ciclone ogni quattro anni (se ne sono verificati 22 dal 1919). L’ultimo ciclone a colpire Broome e a provocare danni tangibili è stato il ciclone Rosita del 2000, con tifoni a 250km/h.
Durante la nostra permanenza, Broome è stata sfiorata dal ciclone Christine, che ha interessato principalmente la costa del Pilbara tra Karratha e Port Headland. A fine dicembre del 2013, il passaggio di Christine ha provocato tre giorni di pioggia ininterrotta e di forti venti in Broome, con precipitazioni di 182 millimetri di acqua.
Effetti simili a quelli delle più comuni depressioni tropicali, ossia cicloni in fase embrionale che, pur nascendo da un’area di bassa pressione sopra l’oceano equatoriale, si neutralizzano prima di sviluppare la tipica struttura ad occhio e spirale dei cicloni tropicali.
È possibile rimanere aggiornati quotidianamento sullo stato della formazione di depressioni tropicali e dell’evolversi di cicloni sulla pagina dei Warnings del Bureau of Metereology.
Gli animali selvaggi
Nel corso della stagione delle pioggie, Broome viene periodicamente invasa da diversi tipi di animali. Abbiamo notato il proliferare di rane, che gracidano all’unisono e si accoppiano durante i temporali, lasciando centinaia di girini nelle pozzanghere per i giorni a venire.
Intere colonie di cicale emergono nel corso di alcune settimane tra dicembre e gennaio, il loro frinio a riecheggiare ininterrotto tra i rami degli alberi nei giardini delle case e nei parchi, i tronchi dei quali sono ricoperti dai gusci vuoti del dopo muta. Il nome comune di questa specie di cicale è double drummer, perché fanno lo stesso rumore incessante a mitraglietta di una doppia cassa di batteria: pare siano stati nominati gli insetti più rumorosi al mondo.
Ci sono poi giornate in cui verande e giardini sono ricoperti di caterpillar e millepiedi. La dieta preferita dai numerosissimi uccelli che popolano l’area, i più caratteristici dei quali includono l’ibis bianco, la pavoncella mascherata (masked lapwing o masked plover) e il pappagallo alirosse (red winged parrot).
E nel mare? Tipici della stagione umida sono la vespa di mare (un tipo di cubomedusa, o box jellyfish) e la medusa Irukandji, due buoni motivi per evitare di fare il bagno tra ottobre e maggio. Entrambe queste meduse sono trasparenti, praticamente invisibili all’occhio umano (soprattutto la Irukandji, che è anche piccola di dimensioni), e potenzialmente letali. L’acqua tiepida dell’oceano durante la stagione estiva è ideale per la loro sopravvivenza. Quando la temperatura del mare si abbassa, verso la fine di maggio, è più raro trovare queste meduse. Il contatto coi tentacoli di questi animali marini provoca una sensazione di bruciore estremo, crampi e spasmi muscolari, paralisi, e in alcuni casi può portare alla morte.
Meno invisibili ma certo non meno pericolosi sono i coccodrilli d’acqua salata. Per questi rettili non c’è una stagione preferita: si trovano in tutta l’Australia tropicale, in qualsiasi mese dell’anno – soprattutto, c’è da precisare, nelle aree delle foci dei fiumi. Ma a fine febbraio, la notizia di un coccodrillo di quattro metri sorpreso a “fare surf” in Cable Beach (dove non c’è traccia di ruscelli per decine di chilometri) ha fatto il giro del mondo.
La vegetazione
Le piante che crescono rigogliose intorno a Broome durante la wet season sono tipicamente tropicali: frangipani dai fiori bianchissimi e profumatissimi; baobab nativi o del Madagascar (in Australia li chiamano boab); coloratissime rose del deserto, altrimenti dette finte azalee (nome scientifico: adenium obesum); e poi tutti i tipi possibili di palme, dalla Darwin palm (Ptychosperma bleeseri) all’areca (golden cane).
La vita sociale
Durante la stagione umida, Broome ricorda un po’ le località balneari italiane durante l’inverno. Semi-deserta, i negozi chiudono prima (o non aprono nemmeno), non ci sono eventi pubblici, fiere o attività ricreative, i mercati settimanali (Courthouse markets) sono ridotti a tre o quattro bancarelle di espositori pronti ad affrontare il clima estremo.
Così descritta, Broome nella stagione delle pioggie sembrerebbe un posto inospitale e invivibile. In realtà, ci ha affascinato non poco: la pace e il silenzio delle strade e dei parchi quasi disabitati, e inondati da una rigogliosa vegetazione selvaggia; le spiaggie semideserte a qualsiasi ora del giorno (a parte qualche occasionale coccordillo); i temporali torrenziali e le tempeste assordanti. Tutto questo viene progressivamente spazzato via dall’incalzare del caldo secco, che già si insidia nelle giornate di questo aprile. E dall’ondata di turisti che inizia ad arrivare da tutti gli angoli del Continente.
Certo, non sarebbe stato fattibile vivere nel campervan durante la stagione umida, senza una vera e propria casa: aria condizionata, doccia e una decina di litri di acqua potabile al giorno si sono rivelati essenziali. Sopravviveremo psicologicamente durante la stagione turistica?
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