Cosa (non?) fare quando si accende la spia Brake
Freni controllati. Quaranta dollari in contante, contro i 45 proposti inizialmente. Non male. Anche se potrebbe essere stato meno dispendioso.
La spia Brake (freni) ha iniziato ad accendersi senza causa apparente già sulla strada verso Canberra. Scompariva solo se, freno a mano tirato (e veicolo fermo!), davamo qualche colpetto di acceleratore. O quando il motore (o i freni?) si scaldavano un po’. Dopo “Sydney l’ammazzafreni“, la spia (rossa!) ha iniziato a farsi vedere più di frequente.
Tutti i manuali delle case automobilistiche che si rispettino consigliano in queste situazioni di “aggostare immediadamende e farzi drainare verso il garagge biù vigino”.
Girando per le Blue Mountains, però, la cosa non era fattibile (non che avremmo comunque obbedito al nonsense delle regole di iper-sicurezza-noi-dell-azienda-non-siamo-responsabili-se-vi-succede-qualcosa-all-accendersi-di-suddetta-luce-se-non-vi-fermate-subitissimamende).
Per quanto ci riguardava, i casi erano due: circuito del freno a mano in tilt causa freddo o sporcizia, o basso livello dell’olio dei freni (una perdita? Magari dopo i 300 km di strada sterrata nel Mungo National Park?).
Il livello dell’olio era ok (non “max”, ma nemmeno “min”). La spia, sempre più rossa. Tra Richmond e Newcastle, quindi, abbiamo deciso di far controllare i freni. Tyrepower di Rouse Hill. Smontato ruote, controllato pastiglie e dischi. Tutto ok, ma spia sempre accesa. Messo un po’ di olio. Spia non più rossa. Era l’olio. Ci sarebbe costato una decina di dollari a farlo noi.
In ogni caso, sappiamo di per certo: non ci sono perdite nel sistema frenante. Le gomme hanno ancora (incredibilmente) un po’ di chilometri da fare. Così come le pastiglie dei freni. Quaranta dollari… peace of mind.
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