Rose Bay e la nottata nel parcheggio del benzinaio
Rose Bay è uno dei quartieri residenziali più esclusivi di Sydney. Si affaccia sul porto a circa sette chilometri verso Est dal centro, ed è la zona più gettonata dalle celebrità per comprar casa (ci abita anche Russel Crowe). Per noi, però, porterà sempre alla memoria il benzinaio BP Go, dove ci siamo ritrovati a passare la notte.
Mai arrivare in una grande città troppo tardi; mai sperare di ricevere improbabili inviti a casa da lontani conoscenti che vivono a Sydney e che si cerca di contattare il giorno stesso, prendendola alla larga (“rimaniamo una o due notti“, “se vuoi ci incontriamo“…). Nuova regola per soggiornare in città con più di un milione di abitanti: lasciare il furgone in un caravan park e girare la città coi mezzi pubblici (a meno che non ci sia un ex circuito di Formula Uno su cui lasciare un pò di gomma, come in Adelaide).
In ogni caso, Rose Bay è una baia carina. A un tiro di schioppo dal centro, ha aree con le solite sequenze di corner shop (banca – parrucchiere – ristorante tailandese – manicure – macellaio), un complesso sportivo dove si può parcheggiare per dodici ore (“12P”), gratuitamente, ma “No sleeping in vehicles“, o ti multano più di seicento dollari. Anche se abbiamo visto un paio di furgoncini parcheggiati lì. C’è anche una spiaggetta con canoe accatastate – probabilmente noleggiabili di giorno.
Torniamo alla nottata in preda a fumi di senza piombo. In cerca di un posto dove dormire senza spendere soldi, dopo aver girovagato per Sydney più o meno senza meta, abbiamo deciso di chiedere aiuto al benzinaio di Rose Bay. Un po’ a casaccio, un po’ per disperazione, un po’ perché l’area sembrava tutto sommato sicura, e ormai era buio per cercare altrove. A nostra grande sorpresa, ci ha detto che avremmo potuto passare la notte nel parcheggio. O meglio, che il furgone sarebbe potuto rimanere parcheggiato lì per tutta la notte.
“E se noi ci dormissimo dentro? Fa qualche differenza?“, gli abbiamo chiesto per precisione. “Non credo sia un problema“, ci ha risposto con la faccia straniata.
Il collega (e probabilmente manager) che è arrivato per la chiusura dell’attività, verso le 11 di sera, non la pensava allo stesso modo.
“Meglio che vi spostate, se no scatta l’allarme“, ci ha detto, accostandosi alla finestra illuminata del campervan. E poi, : “Ah, ma volete rimanere lì dentro per tutta la notte? Beh, in questo caso meglio che vi chiudiate dentro e non vi muovete fino alle 7 di mattina, quando l’allarme e il sensore di movimento vengono disattivati. Se uscite dal furgone, vi ritrovate circondati da auto della polizia nel giro di dieci minuti“.
Sarà stato vero? Non lo sapremo mai. Ma per non correre rischi, abbiamo passato una delle notti più immobili della storia. Sdraiati quasi verticalmente e a pancia in su, causa furgone parcheggiato in salita (sfido chiunque a trovare una zona piana in questa città), per otto ore filate.
Pipì? Nel gabinetto dello staff del benzinaio, gentile concessione. Ma rigorosamente non dopo le 11 di sera, e non prima delle 7 di mattina – altrimenti scatta l’allarme.
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