A caccia di… tumuli di termiti
Stevie manovra il caricatore, e a un certo punto mi dice “ora è pronto a sparare”. Loro due stanno dietro di me. Io non ho mai nemmeno sentito il rumore dal vivo di un’arma da fuoco: cosa mi sta aspettando? Vorrei chiedere di farmi vedere uno sparo prima del mio tentativo, ma ormai è tardi. Il calcio lo premo tra la spalla e il pettorale destro. “Deve essere ben fermo e in una posizione comoda, per assorbire il rinculo”. Mi preparo per l’equivalente di una cannonata: i piedi ben piantati in terra, e larghi; il corpo tutto in tensione – forse troppo. Ora il bersaglio. La croce davanti al mio occhio continua a muoversi: la mia mano sinistra, con la quale cerco di dirigere la canna del fucile verso il tumulo, trema sensibilmente. E l’ingrandimento telescopico moltiplica l’effetto dieci volte tanto.
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